Francesco Guccini, la storia di "Incontro"

"Radici" di Francesco Guccini è stato pubblicato cinquant'anni fa, nell'ottobre del 1972. Ripercorriamo l'album canzone per canzone, in ordine di tracklist.
Incontro
«Una delle più belle pagine d’amore e di non amore», la definisce Roberto Vecchioni, che sei anni dopo dedicherà a Guccini "Canzone per Francesco": “La rabbia un tempo la scandiva soltanto la locomotiva gettata a sasso sulla strada. Adesso è giorno di mercato: spuntano a grappoli i poeti, tutte le isole han trovato”. "Incontro" è uno dei momenti più lirici, emozionanti e devastanti del percorso di Francesco Guccini, che in pochi accordi di morbido country, descrive – lo dice lui – la «vacuità del vivere, il senso del tempo che inesorabile se ne va».
E correndo mi incontrò lungo le scale
Quasi nulla mi sembrò cambiato in lei
La tristezza poi ci avvolse come miele
Per il tempo scivolato su noi due
Quella lei è una vecchia amica («con cui non ho mai avuto una relazione sentimentale», tiene a precisare. E al critico Massimo Cotto spiega anche il perché: «Aveva poche tette») incontrata dopo dieci anni che sembrano un lampo ma che hanno lasciato segni inesorabili.
E le frasi quasi fossimo due vecchi
Rincorrevan solo il tempo dietro a noi
La canzone, che aggiunge ardite soluzioni strumentali a ogni strofa fino quasi ad ammutolire la voce, ha un passo narrativo, perfino cinematografico (che tornerà in altri brani come "Scirocco" o "Samantha"). Così la musica leggera esplora nuovi spunti descrittivi come “il sole che calava già rosseggiava la città” o “carte e vento volan via nella stazione” e poi quelle “stoviglie color nostalgia” prelevate direttamente dalla dispensa di Gozzano. Il tempo si divora tutto, anche il (vero) suicidio del marito di lei.
Come in un libro scritto male
Lui s’era ucciso per Natale
Ma il triste racconto
Sembrava assorbito dal buio
E il finale è la composta rassegnazione, «il senso di liberazione» per il definitivo addio a Modena, la piccola città bastarda che diventa parafrasi della vita e della morte stesse.
Restano i sogni senza tempo
Le impressioni di un momento
Le luci nel buio di case
Intraviste da un treno
Luigi Manconi, il Simone Dessì di tanti pamphlet attenti e non sempre gentili sui cantautori, parla di «tristezza gucciniana», di «misurato atteggiamento o abbigliamento intellettuale, affine ma non identico alla “tristezza di Luigi Tenco”: in ogni caso, più pensato ed elaborato di quanto fosse la nostra malinconia esistenziale, così immediata e superficiale».
Nel 2000 «L’Espresso» raccoglie "Le canzoni del secolo" e, accanto a leggende come Billie Holiday, Charles Trenet, Nina Simone, Cateano Veloso, ecco sbucare doverosamente Guccini con il suo "Incontro".
Questo testo è tratto da "Tutto Guccini" di Federico Pistone, pubblicato da Arcana, per gentile concessione dell'autore e dell'editore. (C) 2020 Lit edizioni s.a.s.
